Fondo Musicale
Grazie al recente ritrovamento delle musiche che molto probabilmente furono utilizzate alla fine del Settecento per i concerti e momenti musicali conviviali dell'Accademia dei Generosi, si è deciso di creare un fondo musicale che raccolga fonti musicali antiche e moderne per metterle a disposizione di studiosi, studenti e musicisti appassionati della tradizione musicale toscana e vogliosi di valorizzare questo prezioso patrimonio artistico.
Il nucleo più antico e prezioso del fondo musicale della Rinnovata Accademia dei Generosi comprende circa un centinaio di partiture manoscritte e a stampa del XVIII secolo, in gran parte ancora inedite. Tra esse si segnalano spartiti originali di duetti vocali di Clari, Galuppi, Sarti, Cimarosa e di mottetti sacri per voce e strumenti adespote (che potranno essere attribuite e identificate solo dopo attento studio e analisi), insieme a partiture complete di parti strumentali di opere cameristiche settecentesche (Graun, Drei, Rutini, Fuchs). Interessante è la raccolta di diverse decine di esemplari di stampe settecentesche di editori fiorentini e veneziani, primi esempi del commercio editoriale e testimonianze della circolazione nazionale e internazionale del repertorio strumentale e operistico.
Gli autori della musica vocale appartengono per lo più alla settecentesca "scuola napoletana". Sebbene originari di diverse parti d’Italia, questi artisti – Giovanni Paisiello, Agostino Accorimboni, Pasquale Anfossi, Giuseppe Gazzaniga, Baldassarre Galuppi, Giovanni Rutini, Angelo Tarchi – si distinsero tutti come prolifici compositori di opere buffe, ben noti nei maggiori teatri dell’epoca, sia nella Penisola che Oltralpe. Si aggiungono compositori di area toscano-bolognese, spesso allievi di Padre Martini – Giuseppe Sarti, Bernardo Drei, Carlo Tesserini e Bernardo Ottani, quest’ultimo citato anche da Charles Burney nel suo Viaggio in Italia come «musicista che molto promette». Si identificano poi autori di area asburgica attivi anche in Italia, come Johann Christian Bach, Peter Fuchs, Carl Heinrich Graun, Johann Samuel Schroeter, Johann Paul Schulthesius. Infine emerge la presenza di autori toscani di rilievo, Giovanni Carlo Maria Clari e Charles Antoine Campion, entrambi maestri di cappella in Toscana.
La sezione antica ha un valore aggiunto particolare che lo rende un documento storico di estremo interesse: in molti casi esso è costituito dalle parti staccate, cioè il materiale strumentale utilizzato dai musici nel momento dell’esecuzione. Copie d’uso quindi, e non spartiti custoditi nelle biblioteche di palazzo. Sfogliando le carte pentagrammate, e facendo attenzione ai segni d’uso, alle arcate, alle annotazioni presenti, abbiamo la possibilità di capire la prassi esecutiva dell'epoca: una fonte rara poiché difficilmente i fondi musicali arrivano fino ai nostri giorni completi di parti staccate.
Al contempo il fondo musicale conserva un centinaio di rare musiche della tradizione popolare toscana - stornelli, canzonette, rime, canti della tradizione orale - frutto di un'attenta e sistematica ricerca sul territorio per conservare e tutelare un bene culturale intangibile a forte rischio di estinzione.
Conclude il fondo una vasta collezione di partiture e parti staccate utili all'esecuzione del principale repertorio strumentale, sinfonico e cameristico (Rossini, Beethoven, Cherubini) e vocale (Verdi, Puccini) con circa 300 fascicoli di stampe musicali ottocentesche e di edizioni italiane e straniere odierne. La presenza di edizioni diverse di stesse composizioni, con revisioni e anni di pubblicazione differente, rende la raccolta importante e utile sia per lo studio che per la scelta performativa.